La storia delle acque libere, perlomeno di quelle regolamentate, è decisamente più recente rispetto alla piscina, ma non certo meno interessante. A Singapore si svolgerà la 23esima edizione dei Mondiali; la prima fu a Perth, nel 1991, ma non sempre le open water hanno seguito la numerazione della vasca.
Rispettando la propria natura “wild”, ci sono infatti sei occasioni (ogni due anni dal 2000 al 2010 compresi) nelle quali si è svolta un’edizione a parte per il fondo, in una location autonoma rispetto al resto delle discipline acquatiche.
Se è vero che negli ultimi anni ha assunto una dimensione nettamente più popolare, grazie soprattutto all’invasione dei nuotatori di vasca, è altrettanto vero che il fondo delle origini aveva un appeal particolare, e che i fondisti erano visti come dei super atleti, abituati a gareggiare in condizioni estreme e a volte anche pericolose.
In questo scenario, l’Italia è da sempre una delle nazioni di riferimento, protagonista fin dalla prima edizione e, ad eccezione delle edizioni 1994-2004-2008, sempre sul podio con almeno un atleta. Questo fa si che gli azzurri occupino la terza posizione nel medagliere storico, dietro a Germania e Russia.
Con una tradizione del genere, sono naturalmente moltissimi i nomi storici del fondo italiano, a partire dalla più medagliata di tutti, Viola Valli, che vanta un palmares di ben 8 medaglie, 5 ori, 2 argenti e 1 bronzo. Oltre alla varesina, sono altri 6 i campioni del mondo individuali, e sono tutti nomi storici: Luca Baldini, Valerio Cleri, Martina Grimaldi, Simone Ruffini, Dario Verani e Gregorio Paltrinieri. Tra i medagliati nella storia dei Mondiali ci sono anche Stefano Rubaudo, attuale responsabile del settore azzurro, e l’amica di Corsia4 Arianna Bridi, che fu doppio bronzo a Budapest 2017.
Proprio Paltrinieri, che è ormai leader del movimento forse a livello mondiale, guida la spedizione 2025 degli azzurri, una squadra solida e con molte possibilità di salire sul podio, che ha in Ginevra Taddeucci l’altra punta di diamante. Gli eventi saranno 7, 3 maschili, 3 femminili e la staffetta mix, e la scelta delle distanze è testimonianza netta della decisione del fondo di diventare sempre più sport appetibile anche per un grande pubblico. Si confermano la 5 e la 10 km, così come il team event 4x1500, mentre scompare (forse per sempre) la 25km a favore della knockout race, la gara a eliminazione che è stata testata nelle ultime due stagioni in occasione delle prove di world cup.
Certo, il parterre degli iscritti è di tutto rispetto, e non sarà affatto facile per gli italiani primeggiare a Singapore. Nel settore maschile, fanno paura le coppie dei tedeschi, Klemet e Wellbrock, degli ungheresi, Betlehem e Rasovszky, e dei francesi, Olivier e Fontaine (che però farà solo la knockout). All’Italia mancherà Domenico Acerenza, che sta recuperando dall’infortunio, e accanto a Paltrinieri ci saranno Guidi (5km), Filadelli (10km) e Diodato (knockout), ognuno con ambizioni diverse ma non scontate. Nel settore femminile, attenzione alla solita australiana Moesha Johnson, che nella 10km avrà accanto Chelsea Gubecka, e alla tedesca Lea Boy, con Isabel Gose presente nella knockout, mentre c’è curiosità per vedere il team americano in ricostruzione. In più, guai a dare per vinta Ana Marcela Cunha, la vera leggenda del fondo, presente in ogni prova e sempre pericolosissima. Ginevra Taddeucci ha ormai la caratura internazionale per condurre prove di testa, e avrà gli occhi di tutte puntati addosso, quindi sarà fondamentale azzeccare la strategia gusta.
Gare dal 15 al 20, diretta su Rai alle 2.00 di mattina…
See you later!