Senza dubbio l’argomento del momento è la World Cup, che questa settimana ha fatto tappa ad Atene. Voto 10 per la collocazione nell’impianto dei Giochi del 2004, sempre suggestivo, mentre un pò meno alto il voto allo spettacolo, naturalmente meno frizzante di quello dello scorso weekend. Ci sono comunque quattro nomi su cui riflettere? Certo che sì, eccoli.
Ruta Meilutyte
È di sicuro un’altra persona rispetto a quella ragazzina che si tuffò nella vasca di Londra 2012, spavalda ed inconsapevole verso l’oro Olimpico, ma anche un’altra donna rispetto a quella che aveva annunciato il ritiro solo pochi anni fa. Quando ha esordito tra i big, Ruta Meilutyte nuotava come uno di quei sassi piatti che usiamo al lago per fare più salti possibili, era talmente sul filo dell’acqua che quasi sembrava non toccarla. Oggi è decisamente cambiata: più muscolosa nel fisico e, di conseguenza, più muscolare nella nuotata, Meilutyte ha saputo uscire da un periodo buio della sua vita e tornare a performare in modo continuo e proficuo. Di sicuro l’oro di Parigi è nel suo mirino, e attualmente non mi sembra di vedere moltissime alternative oltre alle solite, e sempre pericolose, King e Jacoby (e speriamo a Benedetta Pilato).
Michael Andrew
L’atleta più forte del mondo nelle gare non Olimpiche è ancora una volta ad un bivio della sua carriera. Finora il suo percorso è stato strano, almeno alla pari della sua metodologia di allenamento e del suo modo di gestire immagine ed impegni pubblici. Parliamo pur sempre di un campione Olimpico, quindi massimo rispetto, ma non credo di esagerare se dico che ci si aspettava decisamente di più da lui. A livello giovanile ha fatto sfaceli, tra i grandi si è un pò arenato peccando, probabilmente, di poca decisione nello scegliere una gara precisa che dominasse il suo programma (sono stati a giro i 100 rana, i 50 stile, i 200 misti, tutti gli altri 50). Questo ci ha probabilmente tolto la possibilità di vedere espresse fino in fondo le sue enormi potenzialità, però devo ammettere che resta uno dei nuotatori più divertenti e spettacolari da osservare in acqua.
Zhang Yufei
Come detto per Qin Haiyang, l’onda lunga della forma dei reduci dai Giochi Asiatici ha permesso agli atleti dell’est di arrivare alla World Cup con qualche arma in più rispetto ai colleghi occidentali, e tra questi c’è di sicuro Zhang Yufei. La delfinista cinese non mi fa impazzire, al suo stile preferisco di gran lunga quelli di Torri Huske e Maggie MacNeil, ma ha un’efficacia innegabile oltre che una costanza di risultati ormai consolidata. Inoltre, è una tra le poche che può spaziare sulle tre distanze (non al pari di McKeown ma quasi), e si cimenta bene anche nello stile: sarà interessante vedere quanto potrà performare a Parigi.
Matthew Sates
Forse il meno appariscente tra questi campioni, il sudafricano è comunque un fattore positivo per la World Cup, competizione che ha vinto nel 2021 e nella quale è sempre tra i protagonisti. Per ora la sua carriera è stata ricca di aspettative ma ancora un pò povera di risultati. Dall’essere uno degli svariati “next Phelps”, Sates ha per ora raccolto soprattutto in vasca corta, mentre in lunga manca ancora il salto di qualità che sembra, però, essere decisamente nei suoi programmi. Compete in gare nelle quali la concorrenza è elevatissima, misti e farfalla, ma ha margini di miglioramento che lo possono portare a dire la sua in ambito mondiale. Attendiamo fiduciosi, si tratta pur sempre di un 2003.
See you later!