Buon mercoledì a tutti e bentornati sulle pagine di #Fattidinuoto weekly, la newsletter che prova ad informarvi ogni settimana sulle notizie più interessanti del mondo del nuoto con il chiaro obiettivo di imparare dai migliori. Ma chi sono i migliori?
IL NUOTO IN AUSTRALIA – parte 1
Per rispondere a questa domanda vi chiederei: avete visto i trials australiani? Insieme ai trials USA, si tratta della manifestazione nazionale storicamente più attesa nel mondo del nuoto, sicuramente uno di quegli eventi che l’appassionato non si perderebbe per nulla al mondo. E i motivi per guardarli in questo 2022 erano davvero moltissimi, tipo:
La concentrazione di talenti che gli australiani riescono a portare al vertice del nuoto, sempre elevatissima, così come lo standard di qualità tecnica che non ha nulla da invidiare ai rivali USA. La media di atleti che nuotano bene è incredibile ed è davvero un piacere guardarli, poi se ci aggiungiamo prestazioni da urlo e ben due record del mondo…
Il pathos per la qualificazione al team Australia che attraverso il collaudatissimo sistema trials rende la finale A dell’evento un momento dalla tensione agonistica eccezionale.
La produzione di Amazon, che da qualche anno ha puntato sul nuoto australiano, è la ciliegina sulla torta. Le immagini sono bellissime, le riprese di una qualità che nulla ha da invidiare ai grandi eventi internazionali, e anche il contorno giornalistico e di produzione video (tra i quali Head Above Water) contribuiscono a rendere questa scelta un valore aggiunto notevole.
In Italia non ci possiamo lamentare, perché gli Assoluti sono coperti e prodotti magistralmente dalla Rai e da molti media, però gli spunti dall’Australia non mancano, sarebbe un peccato non tenerne conto.
IL NUOTO IN AUSTRALIA – parte 2
Poi c’è l’altra faccia della medaglia. Tanta qualità produce tanta attenzione mediatica, e tanta attenzione mediatica produce effetti diversi. Quelli buoni, come l’esposizione del nuoto al grande pubblico e quindi il sostenimento dello sport stesso, e quelli meno buoni, tra i quali il gossip.
In Italia siamo abituati a vedere sportivi sbattuti in prima pagina di giornali e riviste (di settore e non) per motivazioni che con lo sport centrano poco o niente, per conferme chiedere a Federica Pellegrini; da questo punto di vista l’Australia non fa eccezione ed ai trials è scoppiato uno di quei casi che alimentano la voglia morbosa della gente di farsi gli affari degli altri. Non parlerò di questa vicenda in chiave gossip - se vi interessa vi invito a fare una ricerca su Google e troverete materiale in abbondanza - voglio solo analizzare le cose per come sembra siano andate e cercare di imparare qualcosa. Vediamo.
LA VICENDA SIMPSON-CHALMERS
Cody Simpson è arrivato terzo nei 100 farfalla, concludendo quella che è a tutti gli effetti un’impresa sportiva e riuscendo a guadagnarsi in vasca la convocazione per i Giochi del Commonwealth, dove l’Australia può portare fino a tre atleti per gara. Inizialmente, si pensava che Simpson si fosse qualificato anche per i Mondiali di Budapest, visto che il secondo classificato, Kyle Chalmers, aveva in tempi non sospetti annunciato di non voler partecipare alla rassegna iridata 2022.
In un secondo momento, Chalmers ha rivalutato i suoi risultati (a quanto pare inaspettati) nel delfino ed ha dichiarato di voler partecipare ai Mondiali, sfruttando lo spot che si è guadagnato in corsia. I media australiani, attratti naturalmente dalla bella storia di Simpson (che per chi non lo sapesse negli ultimi dieci anni ha fatto il cantante) si sono in qualche modo scagliati su Chalmers, accusandolo di voler rovinare la favola di Cody rubandogli la convocazione. Chalmers stesso ha dichiarato di aver preso questa decisione per motivi tecnici e di prospettiva ed ha contestato il fatto di venir dipinto come “il cattivo” della situazione.
Non possiamo sapere quali siano le vere motivazioni del ripensamento di Chalmers che, va detto, ha fatto una scelta legittima emersa alla cronaca solo perché al terzo posto c’era Simpson. Mi interessa però focalizzarmi su due atteggiamenti dei due interessati. Da una parte, Kyle Chalmers, che sembra aver subito in qualche modo il colpo nel rilevare un’attenzione mediatica maggiore per Simpson che per molti altri nuotatori. Lo si deduce da alcune sue dichiarazioni (“Nessuno parla di Temple, è lui che ha vinto la gara”) o comportamenti, come il non presentarsi alla cerimonia di presentazione del team Australia, ufficialmente per “riposarmi e preservare la mia salute mentale”.
Simpson, da parte sua, non ha detto una parola fuori posto. Forse consigliato bene dal suo entourage, forse rodato da anni di showbusiness, ha semplicemente accolto quello che succedeva col sorriso, dando l’idea di uno che si sta godendo il viaggio alla grande, senza troppo preoccuparsi di ciò che gli accade intorno. Probabilmente la mancata convocazione per Budapest lo ha lasciato con l’amaro in bocca, ma sa anche di non aver nulla da recriminare e di aver già ampiamente stupito tutti con i fatti.
Anche se dovesse peggiorare da qui in poi e non riuscire mai più a qualificarsi, dal suo punto di vista è comunque un successo.
IMPARARE DAI MIGLIORI
La notizia ha fatto il giro del mondo per la fama di Simpson ed è normale che sia così. Quello che non trovo normale è che pochi(ssimi) abbiano tentato di raccontare la storia dal punto di vista dello sport, dove di materiale ce ne sarebbe a iosa, buttandosi invece su un tipo di comunicazione che, personalmente, definisco spazzatura.
Perché non raccontare Simpson, quello che ha fatto vedere in vasca, il suo approccio serio e determinato, il suo rapporto con Brett Hawke? Oppure Chalmers, la sua capacità di risalire dagli infortuni, la sua voglia di competere e di primeggiare, il suo tentativo di superare problemi di natura psicologica. O ancora l’Australia, dove si fa nuoto di altissimo livello, si battono record del mondo, si producono talenti a nastro, si investe nello sport. E invece no, solo gossip.
Cosa ne dite di “Dopo dieci anni di inattività, la popstar Cody Simpson guadagna la convocazione in nazionale” invece di “Rovinata la favola di Simpson, niente Mondiali” ?
Cosa ne dite di “Dopo tre interventi al cuore ed uno alla spalla, Chalmers non molla e prova ad aggiungere al suo programma il delfino” invece di “Chalmers va ai Mondiali per fare un dispetto a Simpson e la sua ex” ?
Che peccato.
See you later!