Le parole di Federica Pellegrini a Le Iene non hanno bisogno di commento. Si tratta di un bilancio talmente lucido che è allo stesso tempo personale ed universale.
Ve le ripropongo perché credo che, leggendole, ognuno di noi possa fare la propria riflessione generale e personale.
Molte donne qui, in queste settimane, hanno parlato del proprio vissuto e delle proprie esperienze. Questa sera tocca a me.
Io non mi sono ai sottratta al confronto, so di avere il mio bel carattere e non me ne vergogno. Mi sono sempre battuta per ciò in cui credo, mi sono esposta, ho difeso le persone che amo pagandone anche le conseguenze… ma fa parte del gioco.
Quindi ho accettato, ci ho pensato tanto e c’è una cosa che mi ha fatto riflettere in particolare: in tutti questi anni in cui ho gareggiato contro le donne, perché mi sono sempre dovuta confrontare molto più spesso con gli uomini?
Uomini che mi aspettavano al varco, sia che vincessi sia che perdessi. Perché, se cadi sei un’atleta finita, se stai in piedi sei una principessa messa su un piedistallo. Piedistallo che, attenzione, in ogni caos prima o poi paghi. Perché se un uomo vince e giustamente è orgoglioso è un bomber, se una donna vince e ne va giustamente orgogliosa “se la tira”. Così stanno tutti in attesa del disastro, tipo: “Guardiamo dallo spioncino che succede, che se va male usciamo sul pianerottolo a festeggiare.”
Uomini che giudicavano la mia vita privata, perché se sei un atleta maschio e hai delle relazioni, sei un uomo di successo, un gran fico. Se sei un’atleta donna e hai delle relazioni, sei la mangiauomini. LA MANGIAUOMINI, titolavano.
Come quel figlio di un allenatore di nuoto che, quando ho difeso il mio coach per il suo lavoro, ha twittato: “Eh sì, è lui il tuo pene dell’anno”. Una finissima analisi sportiva. Che poi mi chiedo, pene dell’anno in che senso? Cioè tipo il bollo della macchina?
Uomini che a sedici anni, alla mia prima Olimpiade, quando ero alle prese con l’acne come tutte le adolescenti di questo mondo, in radio commentavano: “Sarà il testosterone!”. Quante grasse risate.
Uomini che nel mio lavoro hanno il diritto alla vittoria perché tutti gli sport che tu donna hai iniziato a praticare li hanno praticati prima loro, li hanno eseguiti meglio loro, li hanno inventati loro. Perché gli sport importanti sono sport da uomini. Perché le cose importanti sono cose da uomini.
È tempo di bilanci, quindi, e allora stasera a questi uomini dico che, se vi è piaciuto pensarmi così, sono contenta vi siate divertiti. Almeno voi.
Agli altri uomini, quelli della mia vita, dico grazie per avermi dedicato uno sguardo che ha sempre creduto nei miei occhi, nella mia forza e nella mia bellezza. Sono gli uomini che veramente per me contano. Quelli che non hanno bisogno di cose da uomini.