Avete visto il SuperBowl? Io sì, che atleta Tom Brady; ma siccome vedo nuoto dappertutto, mi è rimasto impresso un gesto incredibile di Patrick Mahomes che, braccato dai difensori avversari, si è esibito in in un tuffo talmente spettacolare che neanche Caeleb Dressel nei 50 stile. Per pura sfiga è finito incompleto.
Ah, è esattamente un anno che non nuoto.
-165 A TOKYO
E' esattamente un anno che non nuoto. Me ne sono accorto improvvisamente, all'ennesimo microtrauma regalato dalla mezzora di corsa che mi costringo a fare per tenermi attivo. Quando ho sentito il dolore al polpaccio, subito dopo la classica parolaccia, ho realizzato che proprio un anno fa mi godevo l'ultima nuotatina, ignorando che per 12 mesi avrei al massimo fatto il bagno nella vasca con i miei figli (che comunque è una cosa).
Zoppicando mestamente verso casa, ho pensato che di nuotatine, almeno per un altro po' di tempo, non ne farò: proprio in questi giorni si inizia a parlare di riaperture, ma le limitazioni (5 per corsia? forse 7?) che verranno attuate saranno l'ennesimo ostacolo che i gestori dovranno affrontare, insieme alle ovvie richieste di recupero degli abbonamenti ed alla generale perplessità sulla frequentazione in sicurezza delle strutture sportive. Un quadro generale preoccupante, che si aggiunge alla stima sulla riduzione del fatturato nel 2020 di tutto il settore sportivo, -70%. Lo sport è in ginocchio, ma siccome per chi ci lavora e ci vive mollare non è un'opzione, dal prossimo esecutivo servirà qualcosa di più che un ministro di buona volontà, con tutto il rispetto.
NEVER GIVE UP, SARAH
Ce l'abbiamo un po' tutti a cuore, Sarah Sjöström (foto di copertina by Fabio Cetti), perché nella sua carriera non ha solo ottenuto risultati incredibili spesso facendo sembrare tutto estremamente facile, ma è anche riuscita a rendere umana la sua figura di campionessa imbattibile che, ad un primo impatto, poteva risultare un po' glaciale. Prendete ad esempio la ISL: fare gare a nastro come ha fatto lei non è affatto semplice, ma affrontare l'ennesima ripetizione della skins race con sorriso ed autoironia è un valore aggiunto che in tanti altri non hanno.
Con questo modo di fare e con un atteggiamento semplice e cordiale, Sarah si è guadagnata l'affetto di tutto il bordo vasca. Credo che nemmeno la più egoista delle sue rivali abbia esultato alla notizia dell'infortunio - e conseguente operazione - al braccio che rischia di eliminarla prematuramente dai Giochi. Ci ha pensato Rikako Ikee, una che di combattere le sfighe se ne intende, a farle sentire la vicinanza mandandole, via social, una foto che riprende proprio un bel gesto di Sarah ai mondiali di Gwangju 2019.
THE JAPANESE JOB
Nel frattempo in Giappone si gareggia e si fanno tempi interessanti, talmente interessanti che ci fanno sorgere una domanda, anzi due: non sarà troppo presto per essere in forma? Ma soprattutto, perché gli atleti nipponici sono così ossessionati dai 200 rana? Come, e forse anche di più, di tutti i 200, sono faticosissimi, bisogna fare (in vasca lunga) tre virate con tutta la subacquea compresa ed i crampi sono all'ordine del giorno. Gira voce che non piacciano nemmeno a chi li fa, anche se difficilmente troverete qualcuno che lo conferma (di sicuro non Marco Koch). Ma in Giappone i 200 rana sono una specie di religione.
Questo weekend, si è rinnovata la sfida tra Shoma Sato ed Ippei Watanabe, con il più giovane che ha stampato un incredibile 2'06"74 battendo l'ex recordman del mondo (2'07"54). Shoma, Ippei, mi raccomando: va bene tutto, vanno bene i temponi a febbraio e anche i record del mondo, se proprio ci tenete, ma non facciamo che poi all'Olimpiade vi fate battere da un Balandin qualsiasi che nuota alla 8 eh. Let's bring 200 brest home!
IL MONDO IN CUI VIVIAMO
Si tratta ancora di un mondo in cui, i Giappone, il presidente organizzatore di Tokyo 2020 può permettersi di fare affermazioni incredibilmente sessiste, ed è lo stesso mondo in cui c'è chi tende ad ignorarne la gravità parlando di "semplice battuta". Se da un lato è confortante il fatto che, almeno, ci si accorga di quanto sia grave questo atteggiamento, dall'altro penso che si stia facendo ancora troppo poco. Mi consolo pensando che, tra molti sport, il nuoto è forse uno dei meno sessisti, ma la strada verso le pari opportunità è ancora lunga. E passa da tutti noi.
Sicuramente sarà un mondo più povero, quello senza Giovambattista Crisci, anima e cuore del Mussi-Lombardi-Femiano, che non è solo il nome di uno dei più bei meeting italiani, ma soprattutto il ricordo di tre poliziotti scomparsi per mano dei terroristi, tre amici che Crisci ha sempre ricordato ed onorato con affetto, e con i quali ora potrà riposare in pace. Federica Pellegrini ci ha fatto il primo record italiano della sua carriera, tutti i grandi del nostro nuoto ci sono passati e lo spettacolo è sempre stato di alto livello. Speriamo di tornarci il più presto possibile.
Prima di lasciarci una cosina: sto pubblicando le Top50 alltime italiane su Instagram, magari ci siete anche voi!
Ci si legge tra 7 giorni!