Buon mercoledì a tutti e bentornati su Fattidinuoto weekly, notizie sparse sulla settimana del nuoto, lette con occhio critico ma anche leggero.
Negli ultimi sette giorni, tra nuove varianti e notizie allarmanti, abbiamo anche dovuto affrontare il dibattito social sulla sentenza Schwazer. Siete riusciti a destreggiarvi nella lotta all'ultimo sangue tra nazionalisti e giustizialisti?
- 151 A TOKYO
Al di là di che siate del partito "Once a dope, always a dope" oppure che tifiate per un suo tempestivo e vincente rientro a Tokyo (sembrerebbe intenzionato a provarci, ma non è così automatico), il caso Schwazer ci deve far riflettere.
Non è di certo oggi il giorno in cui scopriamo che le procure, anche quelle antidoping, non sono infallibili, e che scendiamo a compromessi con i tempi biblici della giustizia, anche sportiva. E non è nemmeno oggi il primo giorno in cui assistiamo alla redenzione di una persona alla quale è stata letteralmente rovinata la vita da una sentenza sbagliata.
SIAMO SEMPRE NOI
Ma è in casi come questi che ci riscopriamo gli stessi di ieri, non cambiati e nemmeno migliorati, semplicemente uguali.
Siamo gli stessi che cinque anni fa, in grande maggioranza, chiedevano la radiazione sportiva dello stesso Schwazer, caduto per la seconda volta nelle reti del doping; gli stessi che davano del dopato a Filippo Magnini, gridando allo scandalo senza nemmeno aver letto i capi d'accusa ma soltanto i titoloni dei giornali (nazionali); gli stessi che sono pronti a giurare che Sun Yang faccia la "pipì blu" ma che non hanno il tempo di informarsi su cosa davvero gli sia successo.
Dopotutto, la vicenda Schwazer non è poi così dissimile da quella del nuotatore cinese: il marciatore azzurro è stato scagionato perché le sue analisi del 2016 sono state alterate, che è la stessa paura che avrebbe spinto Sun Yang a distruggere le provette nella fatidica notte del controllo nell'autunno 2018. Solo che Sun Yang è brutto e cattivo, che i cinesi sono tutti dopati, che "eh si sa che lì le cose vanno così", quando invece non sappiamo NIENTE se non quello che ascoltiamo nei processi, sempre che ci venga la voglia di farlo. Altrimenti, vanno benissimo le fotogallery della Gazzetta, la nostra opinione rimane comunque la più autorevole.
Visto che siamo in Quaresima, potremmo cogliere l'occasione del classico fioretto per non sputare su questo caso la nostra sentenza, non richiesta, ed attenerci a quanto è successo, lasciando a Schwazer la serenità di godersi il risultato raggiunto ed il diritto di scegliere se marciare ancora oppure vivere la sua vita. Non perché è italiano e nemmeno perché ci fa tenerezza, ma perché semplicemente è un essere umano, come noi.
GIOVENTU'
Per superare la morbosa sete di sangue social, l'altro fioretto che potremmo fare è concentrarci sullo sport vero, anche se i Trofei Internazionali stanno iniziando a cadere, in modo preoccupante, uno dopo l'altro sotto i colpi della pandemia. Ultimo, il Trofeo di Milano, che si aggiunge alla lista delle manifestazioni, tra le quali i Criteria, che saltano per il secondo anno consecutivo e vengono rimandate al 2022.
Si sta gareggiando, tuttavia, a livello locale, e quindi cosa c'è di meglio di dare un'occhiata ai tempi dei giovani che nuotano qua e là per l'Italia?
Si tratta di un crono manuali e in vasca corta, ma comunque sono da sottolineare, soprattutto perché i ragazzi in questione continuano a migliorare sensibilmente e costantemente, rimanendo su livelli che, anche a voler restare calmi, mi gasano parecchio. Parlo ad esempio di Lorenzo Galossi (2006), che ha stampato un pazzesco 1'48"4 nei 200 stile, e del coetaneo Filippo Bertoni, che nella stessa gara fa 1'49"5, ma anche del 2007 Daniele Del Signore, che nei 200 dorso si migliora portando il suo PB a 2'00"7 (!), o di Alice Bonini (2008) che nuota i 400 misti in 4'49"09.
A questo proposito, se volete restare sempre aggiornati vi rimando a questa discussione sul Forum di Corsia4, dove trovate bella gente, preparata ed appassionata, che vi spoilererà i nuovi talenti del nuoto italiano con diversi anni di anticipo. Lo so che nel 2021 la parola forum vi fa scattare un "ok boomer" automatico, ma fidatevi.
FUTURO
Dopo quelli di Phelps e di Lochte, la moda dei documentari non si ferma e negli States, dove i nuotatori sono decisamente più popolari che in Italia, ne è stato prodotto uno (SEC Network) su Dara Torres. Nuotatrice dalla incredibile tenacia e longevità, Dara Torres incarna alla perfezione l'ideale di grande campionessa americana, e per chi fa fatica a distinguerla da Dana Vollmer o Jenny Thompson, c'è questo pezzo che vi viene in aiuto.
Magari non abbiamo il pubblico che può avere il nuoto negli USA, ma un ragionamento sul prodotto bisognerebbe farlo: in un periodo nel quale nuotare è complicato, e nel quale i ragazzi sono principalmente a casa, un modo per avvicinare pubblico giovane (e non solo) al nostro mondo potrebbe essere quello di raccontare i campioni e le loro storie.
Basta pensarci, di storie belle da raccontare ce ne sono (e se vi piace leggere, su Fattidinuoto on Facebook ne trovate).
A mercoledì prossimo!