Il calendario del nuoto del 2024 non permette pause e richiama #Fattidinuoto weekly al lavoro già nei primi giorni dell’anno. La nostra quarta stagione inizia così, parlando di argomenti scomodi sui quali esprimere opinioni scomode.
I Mondiali che non esistono
Un mesetto e iniziano i Mondiali di Doha, quelli non voluti, quelli osteggiati da alcuni ed evitati da altri, i Mondiali che non esistono, appunto. Alla conta dei presenti (pochi) ci sarà da farsi alcune domande, prima delle quali sul valore della medaglia: sarà o meno lo stesso di sempre? Negli annali non ci sono asterischi, quindi il Campione del Mondo di Doha sarà un campione a pieno titolo, nonostante gli assenti, nonostante il calendario e nonostante le polemiche. Varrà la pena saltare a piedi pari l’evento nella speranza di poter vincere o andare sul podio a Parigi? Molti lo faranno e in molti non avranno né l’una né l’altra, di medaglia. Dove sta il giusto, quindi?
Personalmente, ciò che non riesco a comprendere appieno è l’ostracismo a tutti i costi, ogni opinione in questo caso è personale e ha valore. La mia? Io sarei per gareggiare, sempre. Chi lo dice, per esempio, che non si possa organizzare un Mondiale all’anno? Chi lo dice che gareggiare a febbraio precluda la possibilità di andare forte a luglio? Vogliamo il nuoto professionistico e poi pretendiamo che i nuotatori facciano una, massimo due, gare l’anno. Ci riempiamo la bocca con gli stipendi dei tennisti, dei calciatori, di tutti gli sportivi che “non si allenano nemmeno la metà dei nuotatori” per poi difendere un fantomatico diritto a non fare troppe gare se no la preparazione va a rotoli.
Il nuoto non sarà mai uno sport di massa, questo mi sembra chiaro. Ma non avrà mai nemmeno la dimensione che pensa di meritare finché si continua a credere che interessi a qualcuno quante ore di allenamento fa un nuotatore al giorno. Vi svelo un segreto: se non sei un tecnico o un appassionato, l’allenamento di nuoto è una delle cose meno interessanti e più noiose che esistano, talmente tanto che si fa fatica anche a guardare i tiktok di venti secondi, anche quelli degli ex atleti che si ripropongono guru (escluso Brett Hawke, ovviamente). Mettiamocelo in testa: alla gente interessano le gare, un Mondiale l’anno non è poi una brutta idea.
Gli scudetti che non esistono
Lo scudetto del nuoto italiano è stato assegnato, e si è trattato dell’ennesimo trionfo dell’Aniene. Di quanto sia deludente l’attuale organizzazione della Coppa Brema abbiamo già parlato, anche se va detto che a livello locale è sempre una bella manifestazione, nonostante tutto. Fa sempre piacere vedere le squadre che combattono, gli atleti che si impegnano e i risultati che esaltano.
Onore anche all’Aniene, che si porta a casa la vittoria sia per il settore maschile che per quello femminile, ennesimo trionfo di una storia che ormai dura da più di un ventennio. Non si può che fare i complimenti a dirigenti, tecnici e atleti per l’egemonia del club romano, un vero e proprio faro guida nel nuoto italiano. All’Aniene ci sono le risorse, le idee ed il talento, i risultati sono la logica conseguenza di queste premesse. La mancanza di tali premesse in altre realtà ha fatto sì che lo scudetto del nuoto diventasse, ed è un dato di fatto, una formalità. Su questo, e sul renderlo un pò meno invisibile, bisognerebbe lavorare.
Le imprese che non esistono
Ve lo ricordate Maarten van der Weijden? Fu oro a Pechino 2008 nella prima edizione della Swimming Marathon, conquistata dopo aver combattuto e vinto la leucemia nel 2001. Dopo il ritiro, l’olandese si è dedicato alla sua fondazione per la lotta contro il cancro, mettendosi in gioco in una serie di imprese impossibili, da Guinness dei primati, come il record di nuotata in 24 ore o vari tipi di granfondo in sport diversi, dal ciclismo al pattinaggio.
Tra il 28 ed il 30 dicembre scorsi, van der Weijden ha nuotato senza sosta in una vasca controcorrente, stabilendo il nuovo record del mondo: 45 ore consecutive. Lo ha fatto in memoria di un suo amico scomparso ma soprattutto per raccogliere fondi per la ricerca, il che rende molto più nobile l’impresa per la quale ci vuole una buona dose di pazzia, oltre che un allenamento importante. Maarten ha raccontato di quanto sia stata impegnativo (e te credo) e di aver avuto diversi tipi di allucinazioni durante le due notti trascorse nella vaschetta a macinare bracciate incessantemente. Una bella storia, e non la solita story di Instagram, di cui hanno parlato in pochi.
See you later!